mercoledì 11 luglio 2012

la lobby dei FISICI e i 100 milioni in meno

la mia é una visione di parte, non ho trofei da portare, non ho diplomi da vantare, sono solo un vecchio chimico dell'epoca degli atomi e delle molecole che risale a qualche decina di anni fa. Già per i nuovi chimici, quelli che hanno anche 50 anni tutto é più semplice, si infila una sconosciuta molecola in uno strumento da pochi diecimila Euro e della molecola si sa tutto, cominciando a dire quante porcherie si tira dietro quel campione e ci manca poco vi dicano anche se vi siete lavate le mani e con quale marca di sapone l'avete fatto.

un tempo per arrivare allo stesso risultato si lavorava in più di uno e si spignattava, la miseria se si spignattava, in compenso si acquisiva una mentalità, un mestiere che cominciava quando nei primi mesi di internato si lavava e poi si lavava e poi ancora si lavava. Un'ottima gavetta perché lavando si imparava che ogni "sporco" si toglieva solo imparando a capire di che cavolo di robo quel palloncino, quella bevuta o addirittura quel becker fosse sporco. Per citare un esempio a Trieste imparai che il "tripolo", una specie di pomice (forse), era una benedizione tanto che sopra il lavandino a capo del banco c'era il sapone (rigorosamente polvere), lo scovolino della dimensione giusta (spesso si lavavano anche le provette, costavano) e il "tripolo" o TRIPOLI (Sedimenti silicei: composti prevalentemente da silice amorfa idrata (opale). Sono sedimenti di natura bioclastica, cioè composti dai resti di organismi a scheletro o guscio siliceo (diatomee, radiolari, spugne silicee...), dai quali prendono spesso il nome. Abbiamo quindi nella letteratura geologica: radiolariti, diatomiti, spongoliti, ma anche termini derivati dalla tradizione come tripoli, farina fossile, diaspri.)

Scusate la pignoleria ma in altre zone d'Italia non l'ho trovato ed é formidabileperché non riga, assorbe e, se il detergente é efficace, funziona da dio.

Adesso non é, quasi sempre, più così a lavare ci pensano le macchine e il pulire é una roba banale, ci pensa lei, non serve il ragazzo spazzola che si prepara alla tesi. POVERINO.

Ma torniamo ai miti e alla gloria, agli 8 miliardi spesi e ai 50 e passa anni fra il sospetto e, forse, la realtà. Però c'é un fatto innegabile, la ricerca non é solo uno splendore ogni 50 anni e non é solo roba da fisici, quindi se per un po' gli togliamo il caviale e i gamberi in salsa adatta non soffrono poi tanto, tanto più che appena sbadigliano tutti gli incompetenti che scrivono sui quotidiani sono al sicuro: a parte le poche decine che forse han capito gli altri milioni applaudono e non si lamentano se per colpa loro aumentano le sigarette o l'IVA.

Ma volevo parlare d'altro, qualcosa che forse sarebbe utile dire al nostro Monti che fra poco andrà negli USA a raccontare che non siamo solo vino mandolini e bei vestiti da coprire le gnoccone di tutto il mondo. Certo non abbiamo le supertecnologie elettroniche che consentono miracolosi risultati nel poter costruire piccoli ed enormi SERVER da usare sui tanti FB o GOOGLE o simil cose. Nella ricerca siamo stati abituati alla lesina così i nostri ricercatori, specie chimici o magari biologi, qualche volta medici, ci siamo (scusate, si sono) fatti un culo grande come una casa per ricavare tutte quel che potevano dare quegli strumenti finalmente acquisiti e sono molto forti nel loro impiego. Poi sulla base di molte di queste noste capacità le multinazionazionali dell'elettronica applicata hanno poi modificato circuiti e pezzi (prodotti nella solita ASIA) così da mantenere la leadership mondiale.

E così mi vien bene un fatto molto casalingo visto che ci ho un figliolone che stufo di aspettare all'Università passati i 40 e avvicinandosi i 50 si é deciso ed é passato agli americani che lo mandano a spasso per l'Europa e sarà pure che lui é un genio però sta accadendo che non é più l'elettronico che va in giro ma ci va il chimico perché la platea vuole parlare di bottega e non gliene frega niente che i freni a disco (di un simil auto) siano d'oro, voglion sapere se poi funziona sulle loro impervie stradine. E di questi personaggi che hanno lavorato per anni su macchine datate e spesso scassate ottenendo risultati impensabili l'Italia della ricerca é piena e questa é una ricchezza vera dove é il ricercatore che guida la produzione.

SPERO CHE QUALCUNO LO DICA AL SENATORE MONTI che l'Italia della ricerca é piena di questa gente, maschio o femmina che sia, gente che negli anni ha acquisito una strana abitudine, quello di voler bene al loro lavoro e che, soprattutto, hanno mantenuto la voglia di battersi spesso per poco denaro.