sabato 22 settembre 2012

e adesso BUON APPETITO

ma non é poi così semplice a cominciare dalla contraerea già partita spontaneamente


ma nessuna meraviglia, bastava leggere il grande MERLO di Repubblica oggi (attenti,non sono obiettivo, ma anche loro...). Il titolo é in linea con il tono scanzonato, ma ci siamo abituati: BATMAN e la banda degli onesti. E così prepariamo il concetto, che diventa esplicito dopo:

E cominciamo con i 14 consiglieri del Partito democratico, che certamente non appartengono alla commedia né alla farsa ciociara, non sono indagati, non si trimalcionizzano e non si travestonoda grecoromani. Anzi, al contrario dei fastosi e spudorati banditi del Pdl, non si espongono e neppure si compromettono con il codice penale. Hanno infatti il pudore di nascondersi, che in latino  -  lo dico per restare in tema di romanità classica  -  si dice latére, il cui frequentativo è latitare.

Dunque i 14 democratici, come i 5 dell'Italia dei valori, i 2 di Rifondazione comunista, i 2 di Sel, i 6 dell'Udc, i 2 della Destra di Storace e i 13 che fanno capo alla Polverini, "latitano", e di nuovo lo dico in senso latino infatti solidali, di una solidarietà "economico parametrale" direbbe un sobrio tecnico. Per noi, che invece sobri non siamo, somigliano ai compari di fiera, quelli che sempre stanno al gioco perché nel gioco hanno un interesse.

Ma andiamo alla conclusione:

Ecco cosa ci insegna lo scandalo del Lazio: non basta essere onesti per essere onesti, e non è un calembour. Anche l'onestà, come si vede, può diventare complicità, l'onestà pirandelliana, l'onestà dostoevskiana, l'onestà dei funzionari che onestamente supportano e fanno funzionare il reato. Sono i colletti bianchi di Crapulopoli.

Brillante, condivisibile solo una domanda, come mai la grande stampa arriva sempre "dopo"? Dopo cioé che la magistratura, le beghe interne, un qualche incidente di percorso nella cronaca. Certo poi azzannate bene, vedi i ritornelli sulle domande a Berlusconi, e adesso con Formigoni,masempre sullo stesso osso e quasi mai su notizie o foto scoperte da voi. Di solito da indiscrezioni, letture di atti più o meno secretati e tonnellati di commenti, e le analisi (?). Già, le analisi, D'Avanzo é morto a fine luglio e, certo, di mezzo c'erano le ferie, ma ci dobbiamo accontentare dei MERLI, anche quando non si parla dei suoi pallini personali sul calcio?

Ma basta conmalignità, a Repubblica Bersani non piace, anzi é il PD che non piace perché si deve spaccare nei vari rivoletti così da ingrossare il NUOVO VECCHIO che avanza nella speranza di realizzare quel centro di "moderati" laici e bla bla e finalmente creare quella sinistra sinistra in cui rottamare qualsiasi illusione di attualizzazione. Già, una volta spaccato il PD si crea una specie di nuovo PC che in pochi anni farà la fine del Partito Comunista Francese.

Diverso il punto di vista de Il Sole 24 Ore,
la notazione di Stefano Folli é ben più meditata,
 a cominciare dal TITOLO:

C'è del metodo a sinistra: Vendola, le primarie, il congresso Pd (in corso)

Non è strano che le primarie del Pd assomiglino a una sorta di congresso che si svolge in piazza, nei gazebo e in televisione. Era nella logica delle cose da quando Bersani, non senza coraggio, ha accettato di mettere in gioco la sua leadership, anzichè pretendere un plebiscito su decisioni prese altrove. Quindi, primarie uguale congresso. Tanto più che al momento i candidati sono tutti del Pd, con Vendola che ha molta voglia di restare fuori e Tabacci unico rappresentante esterno in campo.
Peraltro, se è vero che il congresso è già cominciato, il giovane Renzi in un certo senso lo ha già vinto, almeno dal punto di vista mediatico. Ha dato una scossa

D'altra parte Bersani è ancora in grado di controllare la situazione, specie se le regole delle primarie, tuttora misteriose, metteranno qualche paletto volto a favorire la partecipazione dei militanti del centrosinistra a scapito di quei «delusi da Berlusconi» (cioè voto d'opinione lontano dal Pd) a cui si è rivolto l'intraprendente sindaco fiorentino. In fondo ha ragione il manager Gori, che al quotidiano «Pubblico» ha detto: «Fra Bersani e Berlusconi, Renzi potrebbe battere più facilmente il secondo». Analisi corretta.
Questo punto di vista del giornale di Confindustria trova conferma nell'articolo che si occupa dei guai della Regione Lazio, senza i paralleli di comodo del Merlo

In ogni caso quello che succede nel Lazio (e altrove) equivale a un potente carburante per tutti i movimenti più o meno organizzati che contestano la politica e le istituzioni. Non solo: gli scandali a ripetizione sono altrettanti colpi inferti alla mitologia delle autonomie regionali.
 Ossia il cardine di quello che avrebbe dovuto essere il federalismo all'italiana. Come dire che la bomba del Lazio riguarda tutti gli italiani e il nostro futuro prossimo.
Secondo punto: Berlusconi che ritrova la parola e attira su di sé i riflettori. Ma le sue proposte (togliere l'Imu) e le sue critiche (al patto fiscale europeo) hanno un sapore assai "retrò". È difficile che l'
di Stefano Folli - Il Sole 24 Ore - leggi su
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-09-18/caso-lazio-altro-clamoroso-063947.shtml?uuid=AbjjXPfG.

Tutto a posto quindi? ovviamente no, resta la constatazione come la bandiera della "sinistra laica", cioé repubblica, sia ostinstamente contro il PD e particolarmente contro Bersani. Perché? A mio modesto parere perché una sinistra concreta, pragmatica e magari emiliana non soddisfa il club di Repubblica. Già, non é sufficientemente sottomesso?