venerdì 27 dicembre 2013

MDMA

Era giusto poco più di un anno fa, anzi un po' di più, l'anno scolastico era cominciato da poco e il prof Benito, di nuovo un po' più di 11 anni dalla andata in pensione, era tornato nella sua vecchia scuola. Vecchia per lui che ci aveva passato quasi venticinque anni (dopo i primi dieci nella antica sede di via Castiglione) ma ancora splendida con quelle aule ampie, i corridoi capaci di contenere le decine di ragazzi e, soprattutto, ragazze fra un turno di laboratorio e l'altro (già perché quello era l'ultimo piano, quello dei chimici, e li avevano messi lassù proprio perché evitassero di impestare tutto lo storico Istituto Aldini-Valeriani di Bologna con i loro effluvi sulfurei).

Alcuni degli ex-colleghi e un paio di ex-studenti diventati incaricati gli avevano fatto festa, quasi una rimpatriata conclusa giù al bar del pianterreno, persino con un passaggio del preside rosso di pelo e di tessera (la scuola era allora di proprietà comunale) e dalla memoria feroce e dalla stretta di mano fin troppo stritolante. Poi i saluti e l'uscita.

L'uscita...? Chissà cos'era successo, un'improvvisa amnesia, la ricerca di angoli sedimentati in qualche luogo della memoria, fatto sta che il prof Benito s'era trovato come perso in quei corridoi  che davano accesso ai tanti e diversi reparti e laboratori. Gli accadeva anche un tempo, con quei corridoi tutti uguali e anche gli infissi tutti dello stesso colore, fosse il reparto tipografi o i muratori  (preferivano il termine "edili"). Poi, casualità o voglia di passato, si trovò a salire fino al terzo piano ed era stata la cadenza claudicante delle sue gambe a rompere il silenzio  e impedire il formarsi del senso di solitudine che di solito quegli ambienti vuoti comportano.

E poi fu tutto un susseguirsi di stimoli, gli venne in mente che al tempo che fu lui, il prof Benito, teneva nascosta la chiave d'accesso allo sgabuzzo dei bidelli  e da lì poteva entrare nei vari laboratori come un gioco facile, facile. E fu proprio così, secondo la consueta sequenza: armadietto con tutte le chiavi sempre aperto, con in basso zucchero, caffè e riserva per la "correzione" e poi sopra e in ordine le chiavi del lato destro e ritorno dal sinistro. Come per caso scelse le chiavi del lab di sintesi organiche industriali e vide che anche la sequenza dei vari ambienti era rimasta la stessa, prima la zona sintesi con i reattorini in vetro da tre litri con agitatori meccanici e riflusso e bagno d'olio termostato per le lavorazioni a pressione atmosferica, poi la zona del vuoto per filtrare, concentrare fino ad essiccare etc. etc. Neanche tanto etc. etc., ostinato il prof Benito disordinato nella vita quotidiana (e negli amorazzi, dicevno le allieve) insisteva nel voler verificare stato di tutte le attrezzature e il necessario corredo bibliografico.  Già, c'era ancora il suo vecchio Merck Index, persino i volumi gialli dell'Enciclopedia di chimica applicata, con tutte le sostanze in bell'ordine alfabetico, e, ma che strano, anche il suo brogliaccio nel solito abituale disordine e con l'abituale impasto di appunti scolastici e di lista per la spesa al supermercato che, conteneva, strano, una sigla MDMA.

MDMA ... MetilenDiossiMetAnfetamina...Cristo, ma è l'ECTASY, son diventati mat... e improvviso arrivò il suono di una sirena d'allarme e così prof Benito si alzò di scatto, ruzzolando a terra perché nella foga del risveglio si era dimenticato che dal 1959 aveva solo una gamba e mezzo e non era la sirena, era la pentola a pressione con tutte le verdure e due ali di tacchino per la cena sua e della sua cagnolina!

Il resto? una felice illusione...


NB “Questo post fa parte di un gioco di scrittura tra blogger su parole scelte a turno dai partecipanti. 
Parole e partecipanti li potete trovare sul blog "Verba Ludica", al link  http://carbonaridellaparola.blogspot.it/ “  

domenica 22 dicembre 2013

e viene NATALE

Che strano, erano anni che non arrivavo a scrivere il post del NATALE.  E' come capitato rispondendo a un post di altri che la tastiera da sola ha cominciato a scrivere di qualcosa apparentemente lontano, tanto che la maggior parte degli attori di allora sono stati accompagnati al luogo dove si attende l'ultimo gaudio universale e qualche ricordo nei primi di novembre.

Sarà che qui dove sono da qualche anno la temperatura invernale è addolcita solo dal caminetto e qualche volenterosa stufa a bombola, come del resto accade spesso nell'Italia più a Sud o, appunto, nelle isole come questa splendida Sardegna. Dicevo sarà anche per questo che la memoria corre lontano nel tempo o, forse, perché i Natali dei bimbi sono più RICORDIOSI, quando tutto è una nuova sorpresa. E poi...

E poi eravamo tanti in quella via Lughese nro 35 di San Prospero di Imola della tribù dei CIARAVAL (da 20 a 25 membri) ancora all'inizio del 1940. C'ero anch'io, nonostante fossi il figlio di una delle femmine, la Valda (classe 1912), spedito lì da Ravenna a fare la prima elementare nel timore che nella città più grande prima o poi arrivassero i bombardamenti o forse perché non mi accorgessi che il babbo era partito assieme ad altri per l'avventura russa. Volontario, perché i colleghi che avevano fatto la Spagna eran stati tutti promossi di grado (e di paga)! Già la paga per i prediletti, a parole, del Duce prendevan 360 lire al mese e ne pagavano subito 120 per l'affitto di camera cucina nelle case popolari di via Fiume a Ravenna.

Ma torniamo ai giorni della vigilia e ai preliminari, come quando iniziò la mattanza dei maiali, uno per ognuna delle due case nelle quali la tribù dei Geminiani era divisa. Magroni destinati all'ingrasso e poi al sacrificio finale. Capo delle operazioni PRIMO, nato per secondo, al quale era affidato il coordinamento e la parte fondamentale, la sistemazione e scelta della carne. Il problema cominciava con la cattura perché prima della cattura erano messi in libertà per l'aia onde evitare addensamenti di sangue, solo che poi bisognava prenderli e quelli sapevan correre forte con rapide inversioni di marcia e grugniti.  Alla fine il primo viene "incantonato", e legato sulla spianatrice per il grande sacrificio, solo che evidentemente qualcuno si era emozionato e sul più bello era riuscito a divincolarsi e darsi al galoppo con il coltello piantato, male, nel collo. Ripreso, risdraiato e appeso a testa in giù per scolare tutto il sangue, prezioso componente del "burleng" (sanguinaccio, puro sangue versato su una base di "brazadèla" e poi ricotto al forno), e quindi la divisione via via nelle varie parti.

E noi bambini a correre di qua e là, semper in te mez di maròn, e Primo a tagliare e controllare. Le operazioni erano numerose e varie, separazione delle interiora e delle animelle, fegato, reni per le successive operazioni. Le interiora ripulite e preparate per la funzione di contenitori di salsiccie, salami e simili non appena fossero state selezionate le carni adatte e il giusto equilibrio magro e grasso. Ma ormai per noi il divertimento era concluso perché tutti avevano il loro da fare e presto sarebbe arrivato qualcosa di utile, la pié fréta, la pizza fritta nel grasso: bolle di pasta tipo pizza buttate nel grasso bollente per diventare delle bolle saporite e rigonfie e spesso condite con la "saba".

Ma e il PRESEPE? L'ALBERO?

Per il PRESEPE bastava e avanzava quello del PRETE, il Parroco don Montroni, e i miei eran romagnoli che andavano a Messa la domenica e le donne qualche spesso anche alla Messa delle 6 di mattina durante la settimana, se non c'erano lavori urgenti. Quanto all'ALBERO, arrivò dopo il '45, un po' striminzito con delle arance appese, frutto insolito nella Romagna dell'epoca e accompagnate a volte dai più facilmente spellabili mandarini ancora più preziosi.

E i bimbi, contenti lo stesso. Non sempre, è vero, avevo visto, Natale 1944, in una vetrina a Bussolengo dove eravamo con mio padre al seguito del suo Duce, un bellissimo cavallino con carrozza e pedaliera, ricordo ancora il prezzo, 9.000 lire ma nessuno l'ha mai saputo che mi piaceva!



venerdì 13 dicembre 2013

DIVERGENZE

Steso sul quel residuo di divano, tutto avviluppato nella logora vestaglia a parziale surrogato della stufetta a gas ormai spenta (doveva ancora pagare la bombola precedente) si girò e con voce carica d'odio esplose: TANGHERO A CHI?

Ma amore, ti prego, non ho detto "tanghero", ero come immersa in un ricordo, un ricordo in cui eravamo giovani giovani, avevamo come sempre bisticciato e mi ero buttata quasi con violenza fra le braccia di quel bel TANGUERO che tanto ti aveva ingelosito. 

E feci bene, caro il mio gelosone...

Mi strappasti via e per due giorni tu fosti tutto e solo per me, ignorando lavoro e moglie!

sabato 30 novembre 2013

la cerimonia era in pista

Ormai era stato deciso che la sala della riunione sarebbe rimasta intatta, nonostante i muri fossero aggrediti da una lenta corrosione iniziata quattro secoli prima. Corrosione ormai giudicata inarrestabile e qualsiasi intervento rischiava di pregiudicarne l'identità storica, garantita dalle tracce ancora vive di un affresco.


Già, l'affresco, vanto dei "conservatori" che generazione dopo generazione si eran succeduti nell'impegno di tener fede al giuramento di nulla mutare, nulla consolidare, così da confermare che gli uomini, in quanto singoli INDIVIDUI, passano ma le ISTITUZIONI restano per garantire comunque la sopravvivenza di quella speciale etnìa che sola poteva garantire qualità e nobiltà del vivere comune.



E del resto proprio nell'angolo destro della parete di fondo rispetto all'ingresso erano ancora evidenti  gli ultimi resti miracolosamente intatti del copricapo originale del grande saltimbanco che per primo aveva dato inizio a questa  istituzione e forse aveva anche provveduto a comporre l'affresco-programma da tramandare.



Certo nel succedersi degli anni c'erano stati anche momenti critici, si era gridato da parte di alcuni alla illusione, alla truffa, chimici e biologi si erano affannati nel dimostrare che il tessuto del copricapo fosse di origine nota. Ma non erano riusciti a trovare o a costruire per via biologica insetto, tarma o altro accidente in grado di aggredirlo. Sembrava quasi che quel tessuto fosse in grado di autoriprodursi tanto che misteriosamente si erano ricostituite persino le piccole porzioni prelevate per procedere alle analisi.



EPPURE. Appunto, eppure arrivò il giorno della riunione degli ultimi eredi viventi  per gli  ultimi eredi viventi, di ogni etnia ed  arrivati da ogni dove. Fra loro non si conoscevano, vedendosi all'esterno e prima di entrare nella sala del grande mistero non riuscivano a capire che cosa li unisse, poi entrarono, qualcuno cominciò ad accendere le torce e man mano il grande affresco prendeva consistenza, le immagini erano via via più significative e finalmente capirono che cosa li univa e rendeva importante la loro ISTITUZIONE e tornarono rincuorati e rinnovati là da dove erano ripartiti riportando con sé la SPERANZA.






venerdì 20 settembre 2013

FINALMENTE! Chissà se mia madre, là dove si trova, potrà sentirsi rasserenata...

Quello che Papa Francesco ha detto nell'intervista a Civiltà Cattolica ha dimostrato una grande apertura, almeno così appare, al sentire e ai problemi di molti, anche se già appaiono i distinguo e le rettifiche, come queste dei cosiddetti ATEI DEVOTI e nei fatti sostenitori delle più retrive posizioni della curia e dei rapporti di potere così ben impersonati dal Cardinal RUINI.

Ed è per questo che ho ripensato a mia madre e a mio padre tornato dalla campagna di Russia per una licenza nel 1943 e che, in un eccesso di entusiasmo, dimenticarono il solito coitus interruptus, mio padre tornò al fronte (c'era andato volontario) e mia madre si ritrovò incinta e risolse il problema dopo un po', giusto in tempo per capire che dopo due maschi era in attesa di una femminuccia.

Non era una fanatica praticante, da brava contadina di una famiglia che aveva fatto il passaggio da mezzadri a proprietari era comunque cresciuta con buoni e bravi principi e sentiva pienamente il senso di colpa per questo aborto (pratica del resto ampiamente praticata da molti). Fu quindi una sorpresa per lei sentirsi trattata come la Chiesa usava fino a non molto tempo fa, colpevole di un peccato al quale il normale confessore non poteva porre rimedio ed era quindi una infamia.

E  questo per anni, lasciate le Romagne e andata tutta la famiglia a Trieste nulla cambiava finché finì di ignorare la Chiesa, la Messa e poi, io ero più grande, lo sfogo, l'amarezza, il perdurare del duro rifiuto e l'ossessione di questa bimba alle quale aveva impedito di nascere. E poi gli anni passano, ancora, mio padre va in pensione, i figli grandi in giro per il mondo,  il ritorno in Romagna da una sorella molto più giovane (quasi una figlia), e un prete "normale" che finalmente l'assolse (anni '80) e allora pian piano ritornò la domenica, il vestito "buono", l'offerta, le chiacchiere sul sagrato fra quasi settantenni, riaccettata nel mondo della sua infanzia.

Penso, spero, che questo intendesse dire Papa Francesco, anche se troppo radicato è l'astio, quasi l'odio, che molti supposti credenti hanno su certi argomenti nei confronti di chi sbaglia specie se non sono scusati perché ricchi e potenti.

martedì 27 agosto 2013

EMPIRICI e PSEUDOFILOSOFI della politica

Poco dopo (100-1000 anni, fate voi) che l'uomo "scoprì" il FUOCO si accorse anche che aveva delle doti magiche, ad esempio i sassi che lo limitavano dopo erano "caldi" fino al punto da non poter essere toccati senza veder carbonizzarsi parte della mano. Scoprirono anche che il "bagnato" magicamente spariva senza più tornare se prima non pioveva.

Passarono gli anni, i secoli, gli umani costruirono recipienti fino a ottenerne da poter mettere sul fuoco (specie se come braci) senza rompersi e dentro a quei recipienti potevano mettere, ad esempio, dell'acqua. L'acqua a un certo momento "bolliva", fino a sparire. Già l'acqua prima c'era e poi... più! Addirittura, se fuori era freddo, sopra al recipiente si formava una roba che chiamarono "nebbia" tanto che sembrava fosse di nuovo uguale a quella cosa che chiamavano acqua.

Camminarono ancora gli anni e i secoli e qualcuno disse che dal fuoco usciva un qualcosa chiamato "calore" e se fornivo questa cosa all'acqua liquida quella diventava "vapore" e se a questo vapore toglievo calore l'acqua tornava liquida.

E allora qualche empirico stufo di chi gli chiedeva cosa fosse il CALORE, cosa fosse l'ACQUA LIQUIDA e cosa fosse l'ACQUA VAPORE rispose: se metto del calore il liquido diventa vapore, se tolgo calore al vapore questo diventa liquido il perché non mi importa, ma questo è un fatto.


E fu così che si cominciarono a osservare I FATTI prima delle fantasie e filosofi, poeti e religiosoni li chiamarono EMPIRICI. E lo dicevano con le faccine gravide di barbe e di disprezzo, quasi fossero delle banali MERDE.

Succede anche oggi, prendete ad esempio il binomio BERLUSCONI-MEDIASET. Se Berlusconi in qualche modo controlla il GOVERNO, MEDIASET sta bene. Se Berlusconi è fuori dal GOVERNO, MEDIASET soffre. Che poi Berlusconi controlli o meno Mediaset e se questo accada in modo palese in modo palese o meno a me, EMPIRICO di MERDA, non importa un bel NIENTE. 

Io osservo, questo accade, le conseguenze e i motivi trovateli voi.

martedì 9 aprile 2013

NAPOLITANO: ???N

Napolitano non cambierà mai, la sua storia personale è stata sempre rispettosa dello STATO, meglio, dello STATU QUO. Sia nella sua rispettosissima "minoranza" vagamente liberal-crociana-marxista, sia nei momenti critici come la vicenda Ungherese degli anni lontani quando a rappresentare lo stato di riferimento era la CCCP  (o, se non vi piace il cirillico, URSS ma sempre e comunque la peggior versione del comunismo).

Qualcuno deve spiegargli che i votanti STELLATI e molti degli ELETTI-NOMINATI, non sono le BRIGATE ROSSE, ma anche che BERLUSCONI non è MORO (non per le idee, ma come affidabilità e storia personale-politica) e BERSANI non è BERLINGUER (per la sua storia personale, non nasce figlio di élite vagamente nobiliare, si è "sporcato" concretamente le mani nella gestione di importanti strutture pubbliche, ha già governato, conosce bene i limiti di una collaborazione con il PdL e la capacità di intralciare gli atti di un governo. Bastano le "complicazioni" sulla legge CORRUZIONE).

E, per finire, o si arriva a una verifica fino in fondo del comportamento concreto e sul campo di come, cosa e quanto GRILLO-GRILLINI-STELLINE-ETC intendono fare, o anche una eventuale nuova partita elettorale resterà inchiodata alla situazione attuale o vedrà comunque un risultato premiante il Berlusconi e i suoi prezzolati aficionados, senza che tutti costoro abbiano almeno il pregio che la da poco defunta THATCHER aveva, e cioè SENSO DELLO STATO, ONESTA' PERSONALE, COPERTURA dell'alleato allora importante e cioè gli USA del conservatore,  anche se molto più dotato di realismo politico.

Andare avanti nella scommessa, altrimenti l'Italia resterà sempre la stessa di sempre, un po' di pezze, tutti i gruppi più o meno potenti, regioni che corrono ognuno secondo i tiramenti dei gruppi locali e nessun futuro decente per le generazioni che devono ancora nascere. 

PS: in una prima stesura avevo indicato in BUSH il "protettore USA", capita quando la connessione fa i capricci e non vai a verificare. Me ne scuso con chi è passato di qui e non me ne vogliano. Per chi forse arriva adesso, meglio essere onesti, costa meno!

venerdì 29 marzo 2013

BERSANI-VENDOLA "ONORI"- DARIO FO + penoso di GRILLO

E' la prima volta che condivido le parole e il modo di porgerle di VENDOLA, del quale ho molto apprezzato le dichiarazioni all'uscita dall'incontro con il nostro "grande" Presidente Napolitano in diretta sulla TV di Rai 3 nel pre TG delle 19.

Complimenti , veri, anche a Giuliano Ferrara che ha avuto unao scambio di "opinioni" con Dario Fo e che per carità di Patria, come si usa dire (o forse per rispetto dei supposti meriti di un Premio Nobel) con una occhiata sbigottita ha chiuso velocemente la "discussione" (se tale si possono chiamare i vanneggiamenti  di un tale che giustifica tutto perché, secondo lui FO, ama parlare come se fosse in teatro e quanto poi ai ragazzotti in prima linea come Deputati o Senatori, "bisogna capirli, sono alle prime armi, dategli tempo, si faranno".  

Nel merito? Mi auguro che il PD mantenga la testa fredda e non molli le posizioni, tocca al PdL e a Grillo, oltre che a quei 4 gatti attorno a Monti. Povero Monti, si è giocato tutto quel merito che gli era stato riconosciuto sia in casa che fuori e adesso non è più spendibile neppure all'estero. 

E adesso? giochino Grillo, Berlusconi e Monti, si facciano il Governo che più gli va bene e si riscopra il Ghino di Tacco di craxiana memoria, utilizzando l'arma della Camera per boicottare quel che non ci piace. Ma queste sono malinconie perché  poi naturalmente non sarà possibile rinnegare una storia di responsabilità e serietà e, come sempre, ci si caricherà della Croce di tutti perché naturalmente il PD non è un partito di classe, non è un partito ossessivamente partigiano, ma mi auguro che almeno non accetti l'eterna funzione del fantoccio nella giostra del SARRACINO

 

giovedì 28 marzo 2013

TROIE, e perché non PORCI?

E' molto divertente leggere i commenti sull'espressività verbale del "noto"Franco Battiato che improvvisamente (o improvvidamente?) ha deciso di accettare l'invito a partecipare all'attività politica in prima persona dopo anni di successi musicali ma anche esoterici o pittorici o dipende dall'estro, dalle occasioni e di chi gli dà modo di esprimersi. Ogni volta suscitando interesse e "pagata" ammirazione dai critici disponibili, come sulla sua opera pittorica portata in giro per il mondo con opportune mostre.
« […] la pittura di Battiato, qualora pretendessimo di canalizzarla in un comodo alveo di neoprimitivismo, dimenticando la ricchezza operativa e intellettuale che la sorregge, rischierebbe di apparirci l'hobby d'un artista episodico e dimezzato; mentre, viceversa, osservandola con tutti due gli occhi, della natura e della cultura, ne vedremo i colori sposarsi affettuosamente alle note, alle parole, alle meditazioni dell'autore e in quest'alleanza, per non dire connivenza, spiegarci la cifra inconfondibile di un'anima. »
(Gesualdo Bufalino)
« […] In questi ultimi anni Battiato ha concentrato la sua ricerca, per riscoprire i poteri dell’anima che sono latenti in noi, su un figurativismo, dalla perfetta sintesi espressiva, ch’evoca una dimensione spirituale. Fedele solo ed esclusivamente al proprio mondo interiore, l’artista riesce a conferire ai suoi lavori, eseguiti con la lucidità intellettuale di chi vuole avere un approccio del tutto mistico “con la realtà”, una penetrazione filosofica-poetologica. Il suo talento riesce a esprimersi al meglio nel “costruire” una narrazione volutamente discontinua, costellata di riferimenti alle culture esotiche e al sufismo, che rappresenta una ricerca d’illuminazione interiore, ma anche un voluto gesto di rottura nei confronti di nuove direzioni interpretative. La sua arte coinvolge il fruitore in una sfida intellettuale vivamente stimolante…” ».


Ma torniamo al contemporaneo e all'invettiva che tanto ha colpito una "parte" dell'opinione politica e pubblica in generale, invettiva che è stata tutta incentrata sull'epiteto di TROIE che affollano i sacri seggioloni del potere. E mi ha molto stupito notare come questo illustre artista sia stato platealmente difeso proprio dalle "femmine" che postano nei siti vicini alle STELLINE, e, naturalmente e con qualche distinguo, dai loro amici maschi. E mi son chiesto, perché non usare il termine più appropriato di PORCI?

In fondo l'obiettivo delle commentatrici è quasi sempre il solito, come ad esempio


Berlusconi,quando parla è una fogna a cielo aperto...
Battiato invece ha detto semplicemente la verità e viene criticato...ma che schifo di paese è questo....un paese che permette a un indagato e condannato di entrare in parlamento. Le troie non stanno solo in parlamento..


Ma poi c'é un bersaglio molto più gradito ed è l'attuale Presidente della Camera che penso abbia la colpa d'essere arrivata a quella posizione per meriti "normali" e quindi sia inattaccabile per gli altri motivi che quel TROIE dovrebbe sottindere anche se in fondo, dice sempre una appassionata difesa femminile di Battiato

Quanto perbenismo..... Io nn sono d'accordo: se un politico si appropria di ricchezze nn sue, è lecito definirlo LADRO. Se un politico donna accede a certi incarichi politici senza alcuna qualità se non la sua bellezza messa a disposizione di certi politici...(vedi olgettine) è una PROSTITUTA (troia, mignotta che dir si voglia). 
BASTA CON L'IPOCRISIA. Io sono donna e nn mi offendo se questo concetto viene espresso così. BASTAAAAAAAAAAAAAAAAAA



sabato 23 marzo 2013

BERSANI, vissuto di azzardi.

Non si può negare che il percorso che il BERSANI deve fare anche solo per presentarsi alle camere è quanto mai arduo e pieno di trabocchetti e insidie, con l'opposizione non poi così nascosta del NAPOLITANO. Opposizione ovvia quella di Napolitano con una storia alle spalle di opposizione del RE ai tempi gloriosi del PCI targato TOGLIATTI, dove rappresentava la cosiddetta DESTRA, corrispondente a un facsimile di storia liberale napoletana di opposizione-protetta al BORBONE.

Un esempio per tutti, l'atteggiamento assunto a proposito dei fatti d'Ungheria del 1956, atteggiamento che nella sostanza si adeguò alla interpretazione filo russa della vicenda.

In quell'anno, tra l'ottobre e il novembre, si consuma da parte dell'URSS la repressione dei moti ungheresi, che la dirigenza del PCI condannerà come controrivoluzionari (l'Unità arriva persino a definire gli operai insorti "teppisti" e "spregevoli provocatori"). Nel momento stesso degli eventi, egli stesso elogia l'intervento sovietico dichiarando: «L'intervento sovietico ha non solo contribuito a impedire che l'Ungheria cadesse nel caos e nella controrivoluzione, ma alla pace nel mondo».

Posizione questa di Napolitano comprensibile vista la collocazione sociale della famiglia d'origine, l'aver (come molti altri, perché unico strumento possibile) svolto attività intelletual-politica nel GUF all'interno del quale già allora si coagulava una fronda che potremmo oggi definire di sinistra (attorno al futuro ministro Bottai, purtroppo "infortunatosi" con le leggi razziali, ispiratore di una  riforma scolastica che finì in niente per la solita opposizione ispirata da Gentile e dai soliti superintellettuali nostrani, dotati di maggiordomo e cameriera, anzi serva).

Ma torniamo al Bersani, classe 1951, figlio di "normali" proletari evoluti verso l'artigianato e quindi a un orizzonte che si lega al passato ma di necessità guarda al presente e al futuro. E comunque va pur tenuto presente che la provincia di Piacenza, e quindi anche Bettola, ha una tradizione e una storia decisamente diversa dal resto dell'Emilia-Romagna. Se appena si scende lungo la via Emilia ecco arrivare a Parma, divisa in due dal "torrente" con da una parte una specie di Stalingrado (anche, se necessario, riottosa e violenta) e dall'altra l'insieme di borghesi con una lunga tradizione di amministrazioni culturalmente favorita sia dalla posizione geografica sia dai DUCHI pre- che post-Napoleone  che contribuìrono a rendere Parma un faro culturale in Europa.  

Poi s'arriva a Reggio Emilia, dove anche il Parroco probabilmente era ROSSO SOVIETICO.  E infine BOLOGNA che non ha certo bisogno di illustrazioni, dove comunque l'azione politica ha sempre avuto la necessità di una continua mediazione che ha portato questa città a uno sviluppo unico anche in questi periodi di crisi.

Questo è il territorio in cui il giovane Bersani si è formato ed è poi arrivato alla politica in una realtà fra l'altro che, proprio a Piacenza, vedeva una presenza cristiana molto forte. Si pensi al giovane Bersani che si laurea in Filosofia con una tesi di laurea su PAPA GREGORIO MAGNO.  E già prima aveva dovuto superare difficoltà familiari, comprensibili.

In un'intervista a Porta a Porta il parroco del suo paese natale ricorda come da bambino e da adolescente Bersani svolgeva in chiesa il servizio di chierichetto. Ricorda inoltre un curioso episodio dell'infanzia di Bersani che finì sui giornali locali: per protesta verso alcune scelte del parroco sulla destinazione delle offerte fatte dai fedeli, il piccolo Pier Luigi organizzò uno sciopero dei chierichetti. Sempre nella stessa intervista, la madre di Bersani ricorda come la famiglia, cattolica e democristiana, fu inizialmente sconvolta dalla scelta del figlio di militare nel PCI e per convincerlo a cambiare idea la madre richiamò a casa suo fratello, sacerdote missionario, affinché parlasse al figlio.

Queste quindi  le premesse che lo portano, dopo vari passaggi tipo Comunità montana e Comprensorio piacentino, a diventare nel 1980 consigliere comunale a Bettola fino al 1985, e poi via via Consigliere regionale con la tornata elettorale del 1990 che lo vedrà poi Presidente della regione nel 1993, dopo esserne stato vicepresidente, e poi la conferma elettorale del 1995. Ed è qui che Bersani deve affrontare la realtà di una maggioranza non monolitica con il PDS al 43.1% (20 seggi), i Popolari al 5.6% (2 seggi), i Verdi al 3,2% (1 seggio) e liste varie al 3.7 (zero seggi) e i 10 seggi del listino. Già in quella tornata elettorale continua la separazione con Rifondazione  che ottiene 3 seggi e che sfortunatamente viene eliminata conl'Ulivo di Bertinottiana memoria all'epoca del Governo Prodi con gli esiti noti.

Per quanto riguarda il Partito e tutti i derivati successivi al PCI rinuncia alle primarie che incoroneranno Veltroni per evitare conflitti inutili poi nel 2009 partecipa alle primarie e le vince. La sua posizione viene così riassunta:


Nel 2009, Bersani decide di candidarsi a segretario del Partito Democratico.
Bersani ha incentrato la sua candidatura sull'esigenza di unire i valori cattolico-popolari con quelli delsocialismo democratico e della socialdemocrazia.Ha inoltre dichiarato il suo impegno per far sì che ogni cittadino possa votare non solo il segretario di partito, bensì anche ciascun parlamentare.
Il 25 ottobre 2009 Bersani vince le elezioni primarie, battendo il segretario uscente Dario Franceschini e il senatore Ignazio Marino, e viene così eletto segretario nazionale del PD. Tra i sostenitori della candidatura di Bersani vi erano Massimo D'AlemaRosy BindiEnrico LettaLivia TurcoRosa Russo IervolinoAntonio Bassolino e Marco Follini.
Comincia così il lungo percorso per raggiungere la piena autonomia dagli antenati e rappresentanti di porzioni precise del Partito, uno dei motivi fondamentali che lo ingessano per i tanti contrasti non solo tattici. 
Molte delle cose che Bersani si proponeva nel 2009 per il partito hanno poi avuto concreta realizzazione come dimostra l'ultima tornata di primarie, anche se rimangono ancora molti problemi a livello locale. 
I risultati elettorali del febbraio scorso hanno fatto rialzare la testa a quanti erano finiti in ombra ma Bersani ostinatamente accetta la sfida, come altre volte, ben consapevole delle difficoltà e dei tanti che, nelle alte cariche del partito, sperano   nel suo insuccesso e, soprattutto, avendo contro il compagno NAPOLITANO tutto normalità e inciucio. Effettivamente molti aspetti del "comunismo emiliano" appaiono strani nel resto d'Italia, ma è anche vero che gli anni di governo locale (anche perso e poi riconquistato, come a Bologna) che quella esperienza è stata positiva anche, o soprattutto, per i risultati in benessere e LAVORO.

PERCHE' NON DOVREBBE ESSERE ANCHE PER L'ITALIA INTERA?

A MENO CHE VERAMENTE NON ASPIRIAMO SOLO A PETTINAR LE PECORE...











giovedì 21 marzo 2013

TONACONI di tutto il mondo, UNITEVI!

Alla fine, è ampiamente noto, i curiali mollarono e l'argentino vecchio e vigoroso prese la fuga e vinse. E tutta l'Italia (e anche parte del mondo) cominciarono a respirare, e ne avevano bisogno con tutto quel po' po' di casino dei risultati elettorali. Dopo il respiro di sollievo (almeno il Vaticano tiene) è poi esploso l'entusiasmo popolare favorito anche dal carattere disponibile e dal nome del FRANCESCO e, ultimo ma non trascurabile, dal vigore e dal portamento di questo qui, classe 1936. 

Già, combinazione, lo stesso anno del SILVIO e, mi pare, senza i ravvivamenti e i contenitori di stomaco di cui all'apparenza il Francesco è privo. E credo pure nella sostanza. Certo che qua non siamo molto abituati a un potente che non viaggia iperprotetto, che disdegna troni e ori, che è il primo la mattina e l'ultimo ad uscire di Chiesa la sera. Trucco, direi proprio di no. Di certo abitudine, ma sacrosanta abitudine.

Vissuto per gran parte della sua vita in uno stato a regime dittatoriale o faceva come qualcuno dei suoi superiori che giocava a tennis con i capoccia, magari scambiandosi consigli e informazioni, o stava defilato con intelligenza, come appunto Francesco ha fatto. L'altra volta, la volta di Ratzinger, l'avevan giudicato  prematuro e si era fermato al secondo posto,magari l'avevan giudicato pericoloso perché troppo giovane e sarebbe durato troppo. Stavolta han dovuto e voluto mollare, metti che arrivasse qualcuno con il carattere e le intenzioni degli americani, almeno questo qui non parla nè di aborto, matrimonio gay, di rinuncia al celibatoe/o, di aborto e/o altre consimili piacevolezze. Se poi se ne intende di soldi, meglio ancora, si sacrifica qualche vecchietto e poi ci si regola.

Poi però qualcosa d'altro si muove e proprio ieri alla luce del sole con l'incontro personale o via etere con i portavoce delle altre due religioni in qualche modo legate alla Bibbia. E lì si trova un richiamo preciso a quanti credono in un unico DIO, peccato che proprio sulla base dell'unico DIO si siano da sempre, in epoca storica, compiute stragi, guerre, distruzioni quasi sempre per coprire desideri di prevaricazione e sottomissione di altri. Per non parlare delle stragi e guerre fra cugini a caccia di eresiarchi ed eresie.

E allora ecco arrivare gli ATEI DEVOTI, quelli che hanno come guida CICCIO FERRARA e come riferimento IL FOGLIO, come per caso legato alla famiglia Berlusconi. Alle prime mosse del FRANCESCO erano ironici e perplessi, dopo un paio di giorni son tornati tranquilli, anzi contenti

La CONCLUSIONE? Eccola:

Il Papa si è poi rivolto ai “rappresentanti del popolo ebraico”, al quale “ci lega uno specialissimo vincolo spirituale”, e ai musulmani “che adorano Dio unico, vivente e misericordioso”. Nonostante il discorso fosse scritto, Francesco si è concesso qualche parola a braccio quando ha parlato dell’importanza che ha “per la chiesa cattolica la promozione dell’amicizia e del rispetto tra uomini e donne di diverse tradizioni religiose”. Una frase che ha voluto ripetere due volte.

BUFFO, per gli altri, quelli di Bisanzio, c'è stata la promessa di un viaggio e gli abbracci, per gli altri, quelli amici di LUTERO qualche saluto di passaggio! 

Che l’ecumenismo sia un tema particolarmente caro a Papa Francesco lo si era già capito la sera dell’elezione, quando dalla Loggia delle Benedizioni citò sant’Ignazio di Antiochia e l’incipit della sua lettera ai Romani secondo la quale “la chiesa di Roma presiede nella carità tutte le altre chiese”. Ieri il Pontefice ha ribadito il ruolo centrale dei rapporti tra i cattolici e le altre confessioni cristiane quando ha chiesto di incontrare separatamente e privatamente, prima di tutti gli altri, Bartolomeo I e il metropolita Hilarion, presidente del dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca.  

TEMPI DURI PER I LAICI CHE PENSANO!

domenica 17 marzo 2013

BRUCIA! la miseria se brucia...

Brucia la mossa del PD di sparigliare le carte rimettendo in discussione la sacrale e comprensibile scelta dei candidati al sacro soglio di Camera e Senato. Certo la scelta di Franceschini e della Finocchiaro sarebbe stata la conclusione di una onorata carriera politica ma, purtroppo per loro, avrebbe avuto il marchio oggi poco spendibile di fuori tempo e luogo. C'è chi addirittura ha giudicato la esclusione di Franceschini come una dimostrazione della ormai nessuna influenza dei cattolici sulla sinistra e, in generale, sulla politica italiana tanto più che lo stesso Monti ha messo la sordina sul suo essere in sintonia con organizzazioni di chiara matrice cattolica (e operativa!) come S. Egidio. E non parliamo del PdL con il rancore del Berlusconi per essere stato di fatto (o in apparenza? forse sì ma solo per il nuovo PAPA) scaricato.

Ma veniamo alle reazioni e in questo a destra, o meglio nel fronte CRI(croce rossa)-Berlusconi, alzo zero sul mancato controllo di Grillo sui suoi, addirittura qualcuno contraddice quanto sostenuto nei giorni scorsi, c'è stata persino una filippica del gigante (della politica) come BRUNETTA che sottolineava come OBBLIGO ETICO il rispetto degli ordini di scuderia (roba da vecchio PCI sezione quartiere San Donato a Bologna anni 960) con un tono da Golia, per non parlare di QUELLO LA' che ha cercato di affrontare le poche decine di contestatori che non rispettavano i suoi occhialoni pro LEGITTIMO RIPOSO a scopo prescrizione con una invettiva da scuola elementare:  VERGOGNATEVI VERGOGNATEVI (se non fosse stato ritinto poteva dire: rispettate i capelli bianchi, un classico). Chissà se ha agitato il ditino, di certo abituato ad essere seduto sul trono con pacchetti da 500 euro a lato e ai suoi piedi genuflessi e adoranti seguaci, il drammatico riferimento al finale di Craxi lo deve avere choccato.

Strano questo comportamento del berlusconismo verso gli STELLINI, tenuto conto che si calcolano in circa 6 milioni i pidiellini spostatisi sul MOVIMENTO e solo quasi 3 milioni i SINISTRI che gli hanno fatto compagnia. A meno di non voler ammettere che la sinistra con tutti i suoi limiti e difetti produce persone abituate a voler pensare in proprio, diritto che con difficoltà accettano di delegare. Ma questa è un'altra storia che forse racconteremo poi-

Tutto questo, tuttavia, era scontato come le solite invettive di Sallusti e consimili, ma ecco arrivare di rincalzo subito gli intellettuali seri, come l'ERNESTO dei GALLI della LOGGIA
È come se quella Sinistra che viene da lontano (e la parte cattolica che da tempo le si è aggiunta) si fosse convinta di non poter più trovare al proprio interno, nella propria storia, né volti, né voci, né biografie capaci di rappresentarla veramente. Come se essa giudicasse ormai irrimediabilmente inutilizzabile la propria vicenda politica, vicina e meno vicina: in un certo senso le proprie stesse radici. Rifiutatasi dopo essere stata comunista di divenire socialdemocratica, e sempre in preda all'antica paura di dispiacere a sinistra, la cultura politica del Partito democratico sembra aver smarrito il filo di qualunque identità che si colleghi al suo passato. Sicché oggi le è apparso naturale designare ai vertici della rappresentanza del Paese da un lato un importante membro della magistratura inquirente, dall'altro una apprezzata funzionaria internazionale, impegnata nella difesa dei diritti umani.

Felici i tempi del Candido e dei TRINARICIUTI di buona memoria, che i giovani forse non conoscono, tutti Stalin e partito. E avanti con l'accusa di NON POLITICA! E sembra muoversi nella stessa direzione anche il PURISSIMO MANIFESTO con il suo COLPO GRASSO.  L'obiettivo è quindi rimasto, governo inciuciato, tutto il resto non va bene, i COMUNISTI vanno controllati, specie se assomigliano di più a qualcosa di moderno. Insomma, rendono di più quelli della FIOM per difendere i propri moduli di INTERESSE e quindi attacchiamo questo nuovo andazzo fuori dalla tradizione. 

P.S. E MONTI? qualcuno dice che le ha sbagliate tutte, cito Minzolini per quel che può contare, visto che è stato Monti a cacciarlo dalla RAI:
"Monti esoso. Per votare Schifani al Senato ha chiesto il Quirinale per sè e Palazzo Chigi per Bersani. Quando si accorgerà di essere in saldo..."

mercoledì 13 marzo 2013

HABEMUS PAPAM!

Mentre tutto il MONDO (cioè, almeno spero, solo l'Italia serva e servile) è in trepidante attesa di chi sarà fra poco a presentarsi vestito di bianco qualificandosi come il nuovo agente esclusivo del Cristo cattolico (gli altri cristiani pur riferendosi alla stessa BIBBIA e tradizione hanno opinioni diverse) in TERRA, con tutti i poteri di LEGARE e SLEGARE  ogni anima, persona o associazione di individui nell'interesse della suprema conquista del futuro PARADISO, ovviamente là da dove tutti torneremo e riandremo al momento della RESURREZIONE FINALE. 

Appunto, mentre etc., mi veniva in mente una tradizione della mia infanzia sia che fosse nell'estrema periferia di Ravenna (case popolari di via FIUME), sia in via Lughese della paciosa pianura di San Prospero di Imola o nel ben protetto collegio per orfanelli e assimilati di Villa San Martino di LUGO (i luoghi della mia infanzia tra gli 8 e 10 anni). 

Questa tradizione in pratica consisteva in una specie di rito di iniziazione che i "grandi" della fine elementari praticavano sui più piccoli e Il tutto consisteva nel predare il poverino, stenderlo a terra, togliergli i calzoncini (allora solo corti) e le mutande (sempre che le portasse) osservare cosa emergeva e poi ritualmente sputargli "sopra" gridando in coro: TCI UN PEPA, TCI UN PEPA (sei un Papa, sei un Papa). Dopo di ché il poverino si rivestiva ed era ammesso nel mondo dei grandi.

Non so se il rito fosse lo stesso, qualche anno dopo (terza media) ero in Seminario e avevo da poco cambiato anche Padre Spirituale perché quello ufficiale mi pareva piuttosto ruvido (non per niente era un ex Monsignore dell'Esercito) e dopo un po' di incontri settimanali, a cui eravamo tenuti, mi chiese se poteva controllare il mio stato di maturazione e ispezionò attentamente, con occhi e mani, quel coso che già pochi anni prima era stato ritenuto adatto ad esser PAPA.

Solo molti anni dopo, ma ormai ero nella mia splendida Trieste, mi venne il dubbio che quella ispezione avesse altro scopo però quello scherzo fanciullo di nomina a PAPA mi faceva pensare.

Fa niente, festeggiamo allora questo nuovo PAPA, chiunque sia, purché non abbia l'abitudine di ficcare mani e occhi su questa povera Italia così da lasciarla diventare ADULTA e INDIPENDENTE, come molte altre fortunate nazioni europee.

HABEMUS PAPAM?     preferirei HABETIS!  

martedì 12 marzo 2013

REICHLIN: fammi il piacere...

Ascoltavo, con difficoltà l'ammetto, Marcello Veneziani oggi a PRIMA PAGINA di Radio Rai 3 sventolare la posizione di Reichlin a proposito della necessità di raggiungere un accordo fra PD e PdL prendendo come riferimento-pretesto il COMPROMESSO STORICO fra Moro e Berlinguer.

Purtroppo non sono riuscito ad avere l'originale on-line dell'articolo in questione e se questo paragone è stato fatto mi tocca rivedere tutta la simpatia intellettuale verso un esponente non solo politico di cui ho sempre ammirato la lucidità e il rigore.

Francamente non ho mai avuto particolare simpatia sia per Moro che per Berlinguer, anche se ho cominciato a votare PCI l'anno delle europee che coincisero con la morte dello stesso Berlinguer. Da Moro mi tenevano lontano quel ché di equivoco da intellettuale scivoloso meridionale che mi pareva di avvertire, da Berlinguer mi teneva lontano quel ché di elitario che la sua origine istintivamente mi faceva pensare oltre il suo algido approccio alla "merdosità" purtroppo inevitabile della politica che non rientra nel mio modo di pensare. Sfido tuttavia chiunque anche solo immaginare che il Berlusconi possa essere assimilato a qualcuno di loro due, o che il PCI di allora e di sempre possa essere anche solo lontanamente assimilato a quel branco che ieri è stato immortalato in TV salmodiando un Fratelli d'Italia tremulo e smarrito nelle sue tonalità e sparuta partecipazione.

Qualcuno oggi ha tirato persino fuori analogie con MATTEOTTI per giustificare quella specie di Aventino minacciato dal facsimile di segretario Alfano. Creo sia inutile ricordare chi fosse Matteotti e di quali "colpe" fosse ritenuto responsabile così da venire massacrato e questa "destra" è così storicamente ignorante che ignora persino che proprio i "comunisti" rinunciarono all'Aventino e non poterono rientrare in Parlamento per il banale motivo che era stata aperta la caccia, vivi o morti, verso loro.

Non so che si diranno oggi Napolitano e gli scherani del Berlusconi, ripetoquel che ho scritto in questi giorni in commenti sparsi su FB: giustificherò il Berlusconi quando a ogni italiano invischiato in problemi di giustizia sarà concesso di scriversi leggi su misura, avere soldi sufficienti per concedersi avvocati di grido e comandare un gruppo di "onesti" parlamentari pronti a giurare che quella devota ragazza di cui tutto sappiamo il nome era "nipote" o, almeno, "lontana parente" del faraone d'Egitto.

sabato 9 marzo 2013

siamo tutti VIRTUALI...

o VIRTUOSI? Era questo che un tempo faceva premio e veniva chiamata VIRTU', poi si chiariva che la VIRTU' poteva venire scomposta in TANTE VIRTU' e non tutte erano uguali , queste virtù, e si potevano anche raggruppare e distinguere, ad esempio, in VIRTU' CARDINALI e VIRTU' TEOLOGALI. Queste ultime erano fondamentali e, in fondo, si riducevano a TRE: la FEDE, la SPERANZA e la CARITA'.  

E così tu, piccolo uomo inerme, indifeso, implume ti potevi riscattare con la FEDE, a patto che, ovviamente, sia quella VERA. E se tu hai solo FEDE però non basta, devi anche imparare a nutrirti di SPERANZA, speranza di raggiungere gli obiettivi e quindi di meritare la SALVEZZA se non oggi di certo domani e, senza dubbio alcuno, sicuramente dopo la MORTE (questo, però e ovviamente, se la tua fede sarà certa, assoluta e nutrita di obbedienza). E intanto sarà bene che tu affianchi alle prime due virtù teologali anche la terza, la CARITA'. E la CARITA' è fondamentale non tanto perché aiuta i più deboli e meno fortunati, ma perché è pedagogica e abitua i deboli ad affidarsi ai loro superiori per risolvere i problemi elementari del vivere senza stupide iniziative rivoluzionarie che accampano DIRITTI.

I deboli non hanno DIRITTI, hanno NECESSITA'!

E veniamo adesso alle altre QUATTRO VIRTU' CARDINALI, virtù che sono il CARDINE che incerniera la vita quotidiana dell'umano che ha raggiunto la dignità della FEDE.

Queste quattro VIRTU' vengono indicate come PRUDENZA, GIUSTIZIA, FORTEZZA, TEMPERANZA.  Di tutte quella che viene privilegiata è la TEMPERANZA, l'abitudine cioé a far i conti con la parte corporea perché si sa "lo spirito è forte, ma la carne...", ed è importante perché l'abitudine alla temmperanza rende più facile la PRUDENZA, intesa come metro di giudizio e scelta finale per arrivare ad una GIUSTIZIA che sia GIUSTA e nello stesso tempo abitua alla FORTEZZA, perché solo un sapiente e forte controllo allenato dalla temperanza può portare a una vera GIUSTIZIA.

Ma il VIRTUALE? Il "virtuale" è solo una alternativa moderna al suono delle campane, alla voce del muezzin, al salmodiare dei monaci, al suono del flauto che fa ballare i serpenti. In un mondo in movimento, epperò in ogni momento raggiungibile, il colloquio con il dio e i suoi interpreti diretti è continuo e istantaneo, se poi per una parte degli adepti questo collegamento significa anche dignità, potere e controllo sugli altri, allora la catena di comando, il passaggio della linea diventa facile e stringente.

Ed ecco che fra poco arriverà la verifica, quando il singolo si troverà a dover esercitare direttamente e singolarmente il POTERE del suo personale mandato spingendo il pulsante o scegliendo la pallina del colore giusto o, come nelle Commissioni, esprimendo un voto esplicito che per sua natura diventa PUBBLICO.

Ed è a questo punto che sarà importante non demonizzare gli ultimi esecutori, evitando di costruire dei martiri, in un mondo complesso come il nostro attuale sarà difficile creare degli zombie ed è la stessa natura caratteriale dei CAPI dei CAPI che favorirà la crescita delle contraddizione interne e, nello stesso tempo, avrà portato nella gestione della cosa pubblica nuovi fermenti, nuovi personaggi che sarebbero rimasti nascosti e sconosciuti.  

venerdì 8 marzo 2013

BERLUSCONI accecato (e l'Italia in lacrime)

C'è aria di lacrime disperate e di pianto, anzi RIM-pianto, nell'Italia che conta, disperata perché Bersani si ostina a non volere il grande INCIUCIO e, anzi, sembra quasi quasi voler rincorrere Grillo.

Ce n’è abbastanza per considerare purtroppo realistica l’ipotesi di un nuovo scioglimento delle Camere, fino a ieri evocata come un disastro da evitare, perché rischierebbe di portare l’Italia in condizioni simili a quelle della Grecia. Berlusconi infatti spera ancora di trovare un accordo con il Pd. Ma Bersani non lo vuole perché cerca a sua volta un’impossibile intesa con Grillo (che il leader del Movimento 5 Stelle a sua volta esclude), e perché spera - inutilmente finora - che il centrodestra, o almeno una sua parte, abbandoni Berlusconi al suo destino. Il risultato di questo carosello di incomunicabilità e la somma di questi anomali fattori ci porteranno quasi certamente a nuove elezioni. Ma non elezioni qualsiasi: stavolta infatti, molto più di altre, l’Italia rischia davvero di andare a rompersi l’osso del collo.

E' la conclusione dell'articolo di fondo di Marcello Sorgi su La Stampa  e non è casuale che a scriverlo sia stato incaricato quel Sorgi a suo addetto al Berluscone dopo che il buono e scodinzolante Minzolini era stato mandato a dirigere il TG 1. 

Già, e se ne parla sotto voce, è in atto tutta una risistemazione dei grandi quotidiani dal Corriere della Sera, La Stampa e via andando (a parte il gruppone Repubblica e dintorni) che prevede l'esubero di 1000-1500 giornalisti e, naturalmente, una registrata tra i vari Direttori. Tutto sembrava quasi deciso poi le elezioni sono andate in modo diverso per il Monti (e non solo) e allora si è ancora in attesa di quel che sarà cercando tuttavia di riuscire ad impedire che il PD voglia sfuggire alla necessità di fare comunella con il PdL, Berluscone SI', Berluscone NO.

Ma se il Marcello Sorgi non basta ecco allora pronto Luca Ridolfi anche LUI immediatamente a pontificare e ad insegnare al PD e ai suoi elettori (pochi? certo non sufficienti a rivoluzionare il mondo ma 3/4 volte più numerosi dell'eroico centro di Fini, Casini e, perché no, del prof. Monti che però, ed è a suo merito, dice che forse è meglio tornare a votare) cosa si deve fare. 

Del resto però bisogna capirlo questo CAPITALISMO ITALICO che ha sempre comandato con i soldi degli altri tanto da essere ben più costoso per la sua arretratezza e incapacità culturale e finanziaria dello stesso ceto politico complessivo, al lordo persino delle ruberie dei politici, qualsiasi fosse la loro targa.

E’ terribile, quel che sta succedendo. Il vincitore morale delle elezioni è Grillo, che ha sfondato per l’elementare ragione che noi sfortunati elettori di questo paese non avevamo alcun altro mezzo per dare un segnale forte ai partiti tradizionali. Ma questa vittoria si sta rivelando inutile, se non dannosa. Il vincitore tecnico delle elezioni, il Pd di Bersani, si sta infatti mostrando del tutto incapace di recepire quel segnale. E il programma in 8 punti varato l’altro ieri nella direzione del Pd ne è purtroppo l’amara testimonianza scritta. 
Io consiglio caldamente a tutti di andarselo a leggere, questo programma che dovrebbe “cambiare l’Italia” (www.partitodemocratico.it). Di studiarlo parola per parola. Di provare a capirne la logica. Perché è una cartina di tornasole perfetta dell’incapacità di cambiare o, se preferite, dell’incapacità di concepire il cambiamento al di fuori delle furbizie della politica. 


VIVA la BINDI

E così, se cercavo una conferma, nella tarda sera di ieri (anzi, per dirla alla sarda, ieri notte) l'ho avuta visto  che il nemico pubblico NUMERO UNO dell'Italia era, anzi è,  il PD e in particolare la BINDI. Mentre infatti finalmente mi stavo più o meno addormentando lontano dal TV con un qualche libro in mano, improvvisamente sono esplose urla, grida, insulti, sovrapposizioni di voci dalla stanza adiacente dove, chi mi ospita, stava amorevolmente ascoltando quella deliziosa e obiettiva trasmissione che si picca di offrire un SERVIZIO PUBBLICO.

Ho cercato poi stamattina di capire cosa fosse successo, intanto sul classico GOOGLE e poi da chi con più completezza aveva goduto del suddetto SERVIZIO PUBBLICO. Io in effetti qualcosa avevo capito, c'era una voce femminile che cercava di ribattere e un insieme (canea, abbai) di voci maschili che si sovrapponevano, incalzavano, urlavano le loro ragioni cercando di convincere quella voce femminile che se ne stesse un po' zitta perché LEI, il PARTITO di cui sarebbe Presidente, sono colpevoli di tutto.

E dev'essere vero, perché anche stamattina alla PRIMA PAGINA di Radio RAI 3 si affermava che è colpa anche della vecchia politica se le donne non votano preferibilmente le donne. E così, disperato e colpevole, sono andato a documentarmi e ho visto che ERA assolutamente vero: le elette PD sono il 41%, quelle con le stelle (anzi stellette visto il clima gerarchico che viege da quelle parti) sono il 38%, tra i più sinistri di SEL circa il 20%, nella LEGA (duri e puri) il 13% e non dimentichiamo gli altri come PdL attorno al 25% e il più o meno centro con il 22%. Da cui si deduce che la Bindi era appunto lì a rappresentare l'antico?

Ma ci dev'essere un motivo che i vari Santoro, Travaglio e molti dei notisti politici dei numerosi seri giornali italiani ce l'hanno con il PD e la BINDI in particolare, buffo perché se c'è una che spesso si dimentica della sua provenienza cattolica sembra proprio LEI.  E se fosse perché ad ogni tornata elettorale non c'è niente da fare c'è un discreto numero di italiani che in quel gruppo in quel partito alla fine si riconoscono? Certo nonostante errori, approssimazioni, mancanza spesso di sufficiente tracotanza elettorale i risultati variano poi però con quegli elettori, con quel partito (anche cambiando il nome) bisogna fare i conti e non si li riesce a distruggere, anche inventando i più strani partitini residuali alla loro sinistra.

Naturalmente hanno la colpa di non arrivare mai primissimi, così si inventò il "porcellum" con il baco tanto che se consentì a Berlusconi di vincere nel 2008 gli permise anche di portare l'Italia nella più impresentabile crisi che si sia conosciuta dal dopoguerra a oggi tanto da dover essere sostituito velocemente per impedire di farcela addosso letteralmente. Sbagliò il PD? Certo, sbagliò anteponendo l'intersse di tutti rispetto a quello proprio, sbagliò a non fare come la Grecia e sbagliò anche in questa campagna elettorale a tenere un atteggiamento concreto e "serio". Ma veramente siete convinti che un PD barricadero, ultras e così magari vincente avrebbemantenuto sostanzialmente tranquilli chi da fuori ci guarda?

Post Scriptum: quel Giuseppe Piscitello che così inveiva spalleggiato e sostenuto dai dos caballeros (il terzo, Gad Leder, in qualche modo svicolava) si è mai chiesto perché i "politici PD" devono essere cacciati e ricambiati mentre gli "imprenditori" invece no a partire dall'imprenditore simbolo, quello finora così abile a schivare la galera?  Credete che sia facile per la politica cambiare se la totalità del DENARO non cambia mai, anzi aumenta la sua quota?

E se fosse questa la paura vera del DENARO (quella che il PD e quelli della sinistra responsabile riesca finalmente a comandare e allora poter invertire finalmente l'andazzo) e allora così botte da orbi a partire dai poveri cristi di SERVIZIO PUBBLICO e compagnie varie?

sabato 2 marzo 2013

PD, BERSANI, un'unica voce

Quanto di risaputo traspare dalle cronache più o meno vere delle manovre nei dintorni del PD a partire dai cavalli storici, i soliti D'Alema e Veltroni che apparentemente si erano ritirati più o meno volentieri dalla prima linea, convinti che tanto sarebbe stata una passeggiata e si preparavano a vedersi ritagliato comunque un ruolo nel dopo vittoria. In fondo non occorre essere parlamentare per fare i Ministri o i grandi Commissari nelle tante situazioni mondiali, come un Clinton o un Prodi qualsiasi.

Ecco quindi la rabbia per propositi e progetti divenuti quasi irrangiungibili, già perché a stare fuori qualche anno è come venir cancellati e allora è meglio  vedere di rappattumarsi con l'altro gigione della politica dotato pure di tanti soldi e bisognoso di collegamenti per non vedersi condannato, il solito Berlusconi. Pur di vedere ridotto a niente quel ragazzo invecchiato (e magari ingenuone) di Bersani va bene tutto ma per fortuna non è più il caso perché adesso è più difficile non vedere le cose con sto De Gregorio che racconta. E racconta belle cose e probabili il De Gregorio facendo coincidere gli interessi di Berlusconi, politici ed economici, con quelli di chi allora era alla Casa Bianca in piena paranoia antisinistra, manco Prodi fosse il difensore ottuso del KATTOKOMUNISMO vindice supremo dei disperati di tutto il Sud del MONDO.

Ci sono frasi che escono in questi giorni che rendono l'idea come ragionano: E poi cosa volete che siano 3 milioni quando le MIE aziende hanno pagato UN MILIARDO allo Stato? E lo dice mentre gli rintrona nelle orecchie la richiesta di condanna a 4 anni di galera più CINQUE di esclusione dai pubblici uffici. CINQUE ANNI, CINQUE ANNI fuori, fuori da tutto, senza immunità, senza possibilità di trasformare i propri derubati soldi in leggi di protezione personale, magari con il rischio di venire smembrato in pezzettini inutili senza neppure la protezione degli amiconi di un tempo. Amiconi come PUTIN che gli suggerisce di starsene a casa o andare dal Briatore perché puzza.

Diciamoglielo allora ai nostri MALPANCISTI che il PD è dei suoi elettori e quel che mi meraviglia è proprio il D'Alema che ho sempre apprezzato anche quando sbagliava, di Veltroni nessuna stima, figlio d'arte e del mondo per il quale il partito era solo un trampolino per restare nel suo vero mondo, quello del potere nominale pronto a coprire in tutti i modi il potere reale fosse quello vaticano o finanziario. L'importante partecipare!

Coraggio Pierluigi, andiamo a vedere il piatto e se qualcuno insiste nell'inciucio spaccare il partito. Alle prossime elezioni si riparte, meglio un 15/20 % di gente seria che questi spezzoni senza altro sogno che il proprio ruolo.