mercoledì 27 febbraio 2013

RIPENSAMENTO

E' difficile uscire dagli schematismi, è difficile pure immaginare che i "ragazzini" guidati da un guitto che hai da sempre mal sopportato forse non sono poi così male, ma è ancora più strano che questi pensieri ti vengano leggendo un titolo che suona circa così Celentano: 
da Beppe un regalo ora Pierluigi deve fidarsi si lui.

E poi un rimuginare su tutto quello che in vari modi PRIMA PAGINA di Radio Rai 3 aveva cercato, tramite Stefano Folli, di metterti in testa e cioè non c'è altra strada se non il GRANDE INCIUCIO. A ben ripensarci era questo che rodeva in fondo, ristabilire una specie di accordo-alleanza con il mostro con tutto quel che significa in termini di concetto di vita, non di politica, di vita. La condanna all'essere eternamente italici, al piacere del compromesso furbo, quello che alla fine sistema te stesso, fa credere al mondo, con il beneficio dell'assenso del Padre Confessore, e salva LOR SIGNORI.

Già, quei LOR SIGNORI che ogni mattina l'Unità di un tempo scaraventava ogni mattina addosso al me ragazzo neofascista ma lettore dell'opposizione in quel di Trieste qualche millennio fa. 

E poi vai a leggere qua e là e ti accorgi che tutto l'apparato tradizionale PD spinge per le grandi intese, coglie l'occasione per far fuori Bersani, trema al pensiero di lasciar spazio ai RAGAZZINI e allora mi viene l'urticaria e son qui a suggerire BERSANI TIENI DURO. In fondo sembra che i dialoganti (che pur ci sono e tramite Errani e Pizzarotti si tenevano in contatto) chiedano il Copasir, l'Antimafia e la Vigilanza Rai. Che buffo, son proprio tutte quelle cose che il SISTEMA più BERLUSCONI più i poteri diretti e indiretti (IOR incluso) non amano mollare (D'Alema incluso). Se a suggerire questo fosse stato Ingroia nessuno si sarebbe stupito.

Conclusione, Pierluigi a culo con tutti, scommettiamo sul futuro!

sabato 16 febbraio 2013

La PRUDENZA dei SARDI: non "vanno", non "arrivano", si AVVICINANO.

Onestamente in questi sette anni sono vissuto prevalentemente nel cagliaritano e quindi rischio di generalizzare in modo improprio ma credo che questo verbo spieghi molto della storia dei rapporti interpersonali fra persone e via via famiglie, clan, gruppi etc.: massima difesa delle proprie individualità singole e di gruppo e massima prudenza nell'incontro e avvicinamento agli altri. Riassumerei con l'abbinamento di PRUDENZA e SOSPETTO. 

In qualche modo mi ha confortato l'osservare come i tanti "circoli PD" dell'ISOLA che hanno come insegna, ad es. BERSANI, siano fra loro generalmente poco comunicanti e tendano a esasperare la competizione interna non tanto in difesa dei maggiori dei singoli circoli ma del proprio modo di essere.

E' poi inevitabile che tale rapporto-conflitto si esasperi fra i vari e diversi gruppi politici. Tuttavia una banale osservazione proprio di stamattina mentre cercavo di trovare spazio nell'accedere ad una edicola in Is Mirrionis. C'erano un gruppetto di quasi miei coetanei che discutevano "pacatamente" della vicenda relativa al campo di calcio cagliaritano con in mano il quotidiano indiscutibile, L'UNIONE. Dopo aver variamente esaminato colpe e colpevole uno di loro concludeva "però ammettiamo che la colpa è nostra, che li abbiamo messi lì" senza nessuna obiezione degli altri o difesa partigiana.

Se l'AVVICINAMENTO nel mondo del calcio riesce a diventare assunzione di responsabilità condivisa allora forse si comincia a capire che ragionare per GRUPPI isolati non rende! 

lunedì 11 febbraio 2013

IL KARDINALE TETESKO SPARIGLIA I GIOCHI

Devo essere sincero, non mi piaceva il papa Tedesco, ma non mi piaceva neppure quello Polacco, il papa Giovanni, quello arrivato direttamente da Venezia dopo essersi fatto le ossa in Francia, mi piaceva per quel fare poco ortodosso specie dopo papa Paolo inevitabilmente ammuffito come tutto quello che sa di DEMOCRATICO.

Non ho mai capito perché i DEMOCRAT  debbano essere sempre con il mal di fegato, siano preti o laici, semplici responsabili di sezione (scusate "di circolo") o ministri. Bersani se dio vuole ogni tanto almeno si fa una birra, anche se lo capisco se è di malumore con tutto quello che ha intorno.

Ma torniamo a papa Ratzinger, lo abbiamo attaccato perché era in divisa vagamente di Jugen Hitleriano, lo abbiamo attaccato per i suoi editti a copertura dei preti e monsignori dai gusti particolari anche se in fondo copriva potenti Vescovi e Cardinali sparsi nel mondo e abbiamo dimenticato gli altri potenti che giocavano (e giocano, se la Banca d'Italia ha messo lo IOR tra quelli che stiano lontani) con mafie e simili e, soprattutto, puntavano ai soldi, perché i SOLDI sono POTERE.

Del resto se ti ritrovi un RUINI a gestire la CURIA e i rapporti con l'Italia di Berlusconi che altro puoi fare? Già, RUINI: dal 22 di gennaio del 2013 quasi ogni giorno ha preso la parola guidando quella chiesa italiana che non vuole rinunciare a Berlusconi. Già, meglio un peccatore al Governo, più facilmente ricattabile e quindi pronto a sdebitarsi a miliardi di euro. E Bertone e Bagnasco di rincalzo che ricicciano GAY e FAMIGLIA e il povero RICCARDI  nella squadra di Monti che non sa che fare.

E così nel gioco della SCOPA con le carte che giocano male e il tuo compagno gioca contro l'unica arma a disposizione restalo SPARIGLIO e RATZINGER questo ha fatto, preparando prima con un po' di nuovi cardinali dell'altro mondo, con un cambio in curia e poi, alla fine, con dimissioni a effetto ritardato per dare il tempo al retso del mondo di organizzarsi. Un CONCLAVE che sarà quasi un CONCILIO. Così arriverà il sesto PAPA da quando son qua, con Pio XII cantavo siamo "arditi della fede, siamo araldi della croce, al tuo cenno alla tua voce un esercito all'altar", almeno c'era il gusto del combattimento, poi son cambiato io ma anche il mondo, chissà se cambierà anche la CHIESA, quella del potere per il potere e dell'Italia SCHIAVA DI ROMA, ma quella ROMA POSTA OLTRETEVERE!

sabato 2 febbraio 2013

SIC VOS NON VOBIS

Sic vos non vobis nidificatis aves;
Sic vos non vobis vellera fertis oves;
Sic vos non vobis mellificatis apes;
Sic vos non vobis fertis aratra boves

Ascoltavo, come molto spesso del resto, Prima Pagina di Radio Rai 3 presentato e commentato questa settimana da un giornalista non certamente di parte sinistra facendo parte del gruppo i cui colleghi sono noti "democrat" come Il Resto del Carlino o la Nazione e simili e ho visto sottolineato, senza l'antico livore in questo caso ovvio, che Bersani, e quindi il PD che lui rappresenta e "guida", discende per via diretta dal 1921 con una ascendenza diretta da Gramsci. Già questo indica una prospettiva storica notevolmente diversa dall'abituale sol che qualcuno sappia ricordare o cercare quali fossero la visione del futuro italiano e del partito in particolare e quale isolamento di fatto abbia poi trovato da parte di chi era corso a pararsi il culo in quel dell'URSS.

Credo, e lo dico da persona singola che mai ha avuto contatti "organici" né con i vari partiti derivati né con il sindacato più direttamente correlato, che finalmente la sinistra, questa sinistra, abbia raggiunto il suo obiettivo principale: essere un partito, un gruppo politico, un insieme di aspirazioni, desideri, battaglie rispettato (e combattuto, a parte i soliti imbecilli o difensori di interessi innominabili) senza per questo da considerarsi omologato. Un partito, un gruppo di donne e uomini che ha pieno diritto e rispetto nel desiderare di porsi al governo senza anatemi paure e scandali e senza il bisogno delle facili demagogie dei grilli e degli ingroia.

Diversa fu l'avventura precedente, quella di Veltroni, per il semplice motivo che quel Veltroni non veniva da una realtà concreta di partito, di battaglie e di sofferenze. Come spesso accade agli "aristocratici" per diritto di nascita mancava tutto quel che a un politico di maggiori speranze è indispensabile: venire da percorsi concreti di gestione e conduzione del potere tipico di chi per anni e ogni giorno ha dovuto affrontare e risolvere, nel bene e nel male, i problemi concreti. E' chiaro che mi riferisco all'esser stato Presidente di una regione come l'Emiia-ROMAGNA (la maiuscola è mia per diritto di nascita), cosa ben diversa dal sindaco di Roma con una conduzione di vertice fatta di divisione di poteri con il potente inquilino del Vaticano e per il resto mantenere il contatto, e il controllo specie di do ut des, con gli "intelletuali" di mestiere che a Roma arrivano. Non sentivo odori di LACRIME e SANGUE l'altra volta, io stesso mi ci ero illuso (ricordo un comizio a Cagliari che mi aveva colpito per la larga presenza di giovani giovani), poi andò come doveva e tutto poi dopo franò.

Anche stavolta forse si può ancora perdere, o vincere in modo complicato, ma sarà come accade ovunque in democrazia ed ecco perché quel "vos non vobis" assume un significato di futuro (sempre che poi non accada il solito "caporetto" italiano con relativo squagliamento).

BENE LA PROSSIMA!