Si trascinava pian piano, scalino su scalino, non eran più i tempi dell'attico al sesto piano con l'ascensore diretto lì, fuori San Vitale (scusate adesso di dice fuori Massarrenti), passato l'attacco della tangenziale e correndo verso Castenaso. Quanti sogni, quanti sospiri e quante avventure, specie di lavoro. Il resto importava niente. Ma in fondo anche adesso, certo era cambiato il palcoscenico, il piano era diventato il primo, ma il rituale non era cambiato. Oddio, anziché parcheggiare l'auto, era sceso dall'autobus e si era fatto quel quasi mezzo chilometro di viottolo, schivando i capannoncini da un po' in disuso, arrivando fino a quella "bella" casupola che un tempo forse era poco più di un pollaio. Già proprio un pollaio come usava con sotto, al piano terra, le poste per i magroni all'ingrasso e, sopra, il pollaio vero e proprio raggiungibile con una scaletta esterna, poi sicuramente inglobata e condonata anche lei, quando una qualche sanatoria aveva trasformato il tutto in una villetta quasi monofamiliare.
Con il condono successivo, avevano separato il piano terra dal primo e così il primo, 52 metri quadri ben distribuiti, era diventato un bicamerale (come a Roma) con aggiunta di cucinino e soggiorno e il terrazzino... Usava quell'immagine per suggerire che in fondo era quasi la rappresentazione concreta della politica, due camere per chiacchierare e il resto dove mangiare e quindi raccogliere quanto avevano fruttato le chiacchiere... Ma ormai non c'eran più amici ad ascoltare quelle banali battute, facendo finta di morire dal ridere.
Già il terrazzino, quando sarebbe arrivato dentro casa, intanto era appena al pianerottolo di mezzo quello con il finestrotto, doveva controllare se lo sbarramento aveva funzionato. C'era un gatto che per un suo strano gusto dell'insolito era in qualche modo riuscito ad arrivare fin lì e non riusciva a capire da dove. Veramente non era neppure riuscito a vederlo, ma quel verso sottile, quasi querulo, poteva essere solo un miagolìo. Ancora due scalini e... ecco arrivato. Si vede bene, lo capisce anche un idiota (stava per dìre mentalmente un mona, quasi avesse dimenticato che non era ancora a Trieste e quella era pur sempre Bologna, da più di 50 anni) che avevan sbagliato i calcoli e non c'era neanche un pianerottolino alla fine e toccava stare traballanti sull'ultimo gradino, riuscire a trovare le chiavi, scegliere quella giusta, infilarla nella yale, girare in senso antiorario e nello stesso tempo con la spalla premere contro la porta. Qualche volta rischiava di scivolare, specie se pioveva, amava ripetersi che l'umidità fa ingrossare il legno e lo stipite allora stringe e il piede rischia di non avere l'attrito necessario per fare tenuta. Magari un tempo i suoi studenti ne avrebbero approfittato per ridere (e farlo contento!).
Fatto! Mai una volta che si ricordasse dove aveva infilato le chiavi, me le devo attaccare al collo (con una catenella lunga, suggeriva suo figlio che adesso era in India o chissàddove). Gli aveva scritto giusto sei mesi fa, era da qualche parte in quelle isole non ricordava più se Sumatra o Jakarta e scriveva non mi ricordo più se del mare o del cielo blù cobalto (quando non pioveva o non tifonava).
Ma adesso il problema era il gatto, quell'intruso, chissà che voleva e proprio in casa doveva venire e come entrava poi, lui, i suoi miao e le sue voglie. Però, ma da dove entra... La finestra lì a destra è bella chiusa, l'altra invece pure, rimane il cesso, ma lì c'è uno scuretto, già devo ricordarmi di passare la bomboletta sui cardini per bloccare quel scìovìo appena arriva una brezzol...ina.
Ma proprio come adesso, ma allora quello non era un miagolìo e neppure una roba querula, era solo un maledetto cigolìo!
Questo post fa parte di un gioco di scrittura tra blogger su parole scelte a turno dai partecipanti. Parole e partecipanti li potete trovare sul blog "Verba Ludica", al link: http://carbonaridellaparola.blogspot.it/
Ma adesso il problema era il gatto, quell'intruso, chissà che voleva e proprio in casa doveva venire e come entrava poi, lui, i suoi miao e le sue voglie. Però, ma da dove entra... La finestra lì a destra è bella chiusa, l'altra invece pure, rimane il cesso, ma lì c'è uno scuretto, già devo ricordarmi di passare la bomboletta sui cardini per bloccare quel scìovìo appena arriva una brezzol...ina.
Ma proprio come adesso, ma allora quello non era un miagolìo e neppure una roba querula, era solo un maledetto cigolìo!
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