giovedì 12 marzo 2015

a proposito di 8 marzo mimose e altri fiori

 
 
 
Volutamente solo adesso, ma in questo mi ha aiutato la mia imbranatura nel gestire il pc (inteso come computer, anche se a volte si comporta proprio come se fosse un "comunista" vero, testardo e convinto che il sol dell'avvenire arrivi solo in unico modo) per lasciar passare i giorni.
 
Proprio nei giorni precedenti alla data classica c'è stato come un rifiuto, da parte di molte femmine,  ad essere omaggiate dal tradizionale mazzetto di mimose perché, motivazione di molte, era un offendere la natura questo depredare le piante, e non solo di mimose. O forse, e mi par più vero, basta con questi simboli tanto dietro non c'è niente e via con i bla bla del caso.
 
Premesso che non ho mai celebrato questa data con mazzolin di fiori, né veri né cantati, a me è sembrata quasi una posizione da VEGANI, per i quali esiste una sola verità, la loro, così assoluta che non c'è spazio per altro. E mentre mi facevo questi ragionamenti scendevo verso l'edicola qui a Cagliari in piazza San Michele, stranamente camminando sul lato destro in discesa, così da attraversare fregandomene del semaforo.
 
Poi, guardando verso l'altro lato, ho notato che stava salendo un "vecchietto", esile, forse più malmesso sulle gambe di me, quasi appoggiandosi al muro delle case e con un mazzolino mini stretto nel pugno omaggio e ricordo di una lunga vita in comune con la destinataria di un affetto, stima, comprensione e, magari a volte, divergenze. Omaggio portato come fosse un trofeo, più di tanti regali, più di tante parole.
 
Vorrei che a volte ci si ricordasse anche di questo, non c'è solo la competizione.